GLI ERRORI STORICI DI RIYOKO IKEDA
di Elena Romanello

Riyoko Ikeda ha fatto nascere un grande amore per la storia di Francia nei lettori di Versailles no Bara ed ha ricostruito il mondo della Versailles settecentesca con cura dei dettagli e dei particolari, anche se con qualche licenza poetica nei costumi e nelle scenografie, spesso un ibrido tra neoclassicismo, settecento e modernità.

Detto questo, ci sono alcuni errori e dimenticanze in Versailles no Bara che magari non stonano nella trama complessiva ma che potevano anche essere corretti, perché sono riferiti a pagine che si vengono a scoprire man mano che ci si addentra nei meandri della Storia del secolo dei lumi.

Primo: non compare il personaggio di Madame Elisabeth, sorella minore di Luigi XVI, grande amica da un certo punto in poi di Maria Antonietta e destinataria della sua ultima lettera. Un personaggio interessante ma a dire il vero riscoperto solo negli ultimi anni, che la Ikeda fa vedere solo in una breve vignetta del manga e che nell’anime non compare. Nell’anime ad un certo punto si parla di una Madame Elisabeth, l’organizzatrice della festa in cui si ritrovano Jeanne e Rosalie, ma è una donna anzianotta, non certo una ragazza come la sorella minore di Luigi XVI.

Secondo: madame de Polignac non aveva nessuna figlia morta suicida a undici anni per evitare un matrimonio imposto, né nessuna figlia illegittima diventata poi rivoluzionaria. Ma qui siamo nelle regole del feuilleton e quindi ci può anche stare, si voleva costruire una storia tragica anche se per molti un po’ gratuita.

Terzo: non compare una delle più care amiche di Maria Antonietta, madame de Lamballe, nata principessa di Savoia Carignano, pare innamorata della stessa regina, orrendamente uccisa durante i massacri di Settembre 1792 e fondatrice di una loggia massonica al femminile, oltre che benefattrice in un periodo in cui l’impegno sociale non andava di moda. Un personaggio interessantissimo e da riscoprire, cantato da Giosué Carducci, disprezzato per decenni probabilmente per il suo essere in anticipo sui suoi tempi come persona e come donna.

Quarto: Jeanne de La Motte morì nel 1791 in circostanze misteriose, forse suicida buttandosi giù da un balcone, e non come viene raccontato in Lady Oscar. Ma anche qui bisognava drammatizzare il tutto e chiudere un arco narrativo. Da questo punto di vista era più accurato il non geniale Lo scandalo della collana, con Hilary Swank che trasformava Jeanne da truffatrice in eroina romantica, ma la Jeanne della Ikeda è indubbiamente più affascinante.

Poi ci sono alcuni anacronismi, tipo il Sacre Coeur, la chiesa di Montmartre costruita nel secondo Ottocento in quello che era il quartiere degli artisti, che domina Parigi e anche alcuni episodi di Oscar, oppure alcune sale di Versailles posteriori, come la Galleria delle battaglie, costruita a metà Ottocento quando la reggia diventò un museo come lo conosciamo noi oggi.

Detto questo Versailles no Bara resta uno degli anime e manga più accurati e ben ricostruiti a livello storico: meglio della Ikeda hanno fatto solo Kubrick, Frears e pochi altri, c’è da esserne comunque lusingati.