OSCAR E FLORA DUE PERSONAGGI A CONFRONTO

di Elena Romanello
 

Uno dei trionfatori dei David di Donatello è stato Lo chiamavano Jeeg robot, uno dei primi esempi di film di supereroi all’italiana, dopo Il ragazzo invisibile di Salvatores, diretto da Gabriele Mainetti con Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli, chiaro tributo ad uno dei più celebri e amati robot giapponesi di Go Nagai, almeno qui in Italia.

Al di là dei meriti del film, dove Jeeg viene omaggiato ma dove la storia si sviluppa in maniera diversa, tra denuncia sociale e scoperta che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, fa piacere l’omaggio ad una serie mitica di fine anni Settanta, ricordata anche dai non otaku se non altro per la trascinante sigla, con forti spunti fantasy presi dalla mitologia giapponese.

Una serie che oggi può sembrare, certo, datata e ingenua, ma che ha fatto epoca, con tanti spunti interessanti, tra cui non ultimo un personaggio che anticipa non poco Lady Oscar, con qualche ombra in più: Flora, il generale dell’Imperatore delle tenebre, donna soldato dal tragico destino capace di colpire e di essere ricordata dal pubblico, più ancora di altri personaggi.

Flora compare nella seconda parte della serie, dopo che la non del tutto dalla parte del torto regina Himika (o Himiko, basata su un personaggio realmente esistito dell’antichità nipponica, una regina matriarcale dai poteri sciamanici) è stata detronizzata e uccisa dal Signore del Drago, temibile e perfido, che sceglie come braccio destro questa splendida e perfida guerriera.

Di lei si sa qualcosa man mano che la storia va avanti, la si vede bambina in un villaggio di millenni prima, con non poche caratteristiche che verranno riprese da Miyazaki in Princess Mononoke, dove muore per salvare un cucciolo di lupo in difficoltà. Il Signore del Drago, ora Imperatore, la risuscita e la obbliga ad entrare al suo servizio, con un atteggiamento che ricorda, in peggio, quello del generale Jarjayes verso la nostra Oscar.

Flora si dimostra temibile e astuta, spietata e splendida, ma ad un certo punto la sua umanità riemergerà insieme al suo senso di giustizia, forse nascerà anche un sentimento d’amore per Hiroshi che sembra comunque più interessato a lei che a Miwa, e comunque finirà male, perché prima ancora di Lady Oscar e come altre ragazze passate dalla parte dei bravi delle storie di Go Nagai ma anche dell’universo di Capitan Harlock, si sacrificherà morendo e diventando la causa di una delle prime grandi commozioni dei patiti di manga e anime di fine anni Settanta, visto che la morte di Flora è rimasta impressa.

Sia Flora che Lady Oscar sono personaggi che si rifanno alla tradizione di storie di donne guerriere presenti nel Paese del Sol levante e a volte anche in momenti storici, come ancora nell’Ottocento, durante la guerra Boshin, l’ultima del Giappone feudale, dove morirono ragazze di vent’anni in abiti militari come la celebre Nakano Takeko.

Con un po’ di pazienza, alle fiere, mentre si cerca materiale su Oscar magari, si può incappare in qualcosa su Flora, tra cui una action figure e un bellissimo poster però tratto pare da una fan art e non da un’immagine originale. Sia lei che Oscar sono ormai nell’immaginario, eroine interessanti e fuori dagli schemi portati da manga ed anime e rimasti negli anni per molti.