ANGELICA EROINA MITICA CHE NON HA BISOGNO DI UN REMAKE

di Elena Romanello
 

 

Sull’onda di Lady Oscar molti fan si sono appassionati alla Storia di Francia, ai romanzi storici e ai film in costume, incappando ad un certo punto in una serie di romanzi e di film di culto, quella di Angelica, scritta dai coniugi Anne e Serge Golon e trasposta in cinque film non fedelissimi ma molto belli negli anni Sessanta con gli affascinanti e carismatici Michèle Mercier e Robert Hossein nei ruoli della protagonista Angelica e del marito Joffrey de Peyrac.

Ambientata circa un secolo prima della storia di Oscar, nella Francia seicentesca di Luigi XIV, la saga di Angelica è ricca di colpi di scena, passioni, intrighi, drammi, duelli, un perfetto feuilleton alla Dumas con anche un po’ di erotismo ma molto dosato, e presenta un primo esempio di quello che è stato chiamato il girls’ power, il potere delle eroine, che è diventato poi dominante nella cultura popolare a partire dagli anni Novanta. Antenata di Oscar, ma anche di Xena, Buffy, Sidney di Alias, Angelica è un’eroina che vive avventure, lotta per amore, viaggia, si allea con emarginati, conosce altre culture, e Michèle Mercier, proclamata di recente in un sondaggio sul web tra le più belle attrici di tutti i tempi, la interpretava egregiamente.

Il 18 dicembre prossimo uscirà nei cinema francesi un remake, ad opera di tale Ariel Zeitou, di Angelica e dire che in Francia si è criticato a più riprese il trend del cinema a stelle e strisce di campare su remake, film serial e trasposizioni di fumetti. Come si suol dire, il famoso bue che dà del cornuto all’asino.

Per carità, poteva essere anche una buona idea, i film con Michèle Mercier e Robert Hossein sono famosissimi ancora oggi presso varie generazioni di spettatori (pare che una ragazzina abbia detto recentemente a Michèle Angelica è più bello di Twilight, per la serie c’è ancora speranza…) ma hanno quasi cinquant’anni. D’altro canto non era nemmeno facile, ma questo non autorizza a fare le cose male solo perché c’è la crisi…

Dalle notizie e foto che sono trapelate il risultato lascia a dir poco basiti in senso negativo. Innanzitutto non convince la scelta, dettata da motivi economici certo ma poco felice, di far passare dei castelli boemi e austriaci, completamente diversi, come castelli francesi. Per risparmiare potevano venire allora in Piemonte già che c’erano. I film degli anni Sessanta, girati a Versailles, Chantilly, Tanlay e in altri castelli francesi invogliarono tantissime persone a visitare questi luoghi, e sono stati un modello per la promozione di altre zone d’Europa, dai castelli inglesi che fanno da sfondo agli adattamenti britannici di Jane Austen alle residenze sabaude che hanno fatto da scenario per sceneggiati come Elisa di Rivombrosa e vari film storici e non.

Michèle Mercier

Nora  Arnezeder

Gli interpreti non sono per niente convincenti: Angelica è tale Nora Arnezeder, una poco più che ventenne biondina anonima, con neanche un po’ del carisma e della grinta di Michèle Mercier, Joffrey de Peyrac è il sessantenne (trentanove anni di differenza sono troppi) Gerard Lanvin, che sembra uscito da una bocciofila la domenica pomeriggio, Philippe è Tomer Sisley, completamente diverso dall’originale Claude Giraud e dall’angelo biondo dall’animo perverso dei libri (sembra uno di quei poveracci che vengono in spiaggia a vendere fazzoletti..), il resto del cast è fatto di attori spaesati, il nostro Riccardo Scamarcio ha rinunciato e a ragione di fare il ruolo di Nicola, e il suo posto è stato preso dal bravo Mathieu Kassovitz, il fidanzatino di Amélie, che si trova a dover fare il ventenne a quarantasei anni.

Il regista sostiene che sarà una versione più moderna, violenta e rock’n’ roll della storia di Angelica: a parte che come ritmo i film degli anni Sessanta non hanno nulla da invidiare, l’unico brano rock che viene in mente vedendo questa Angelica è la famosa hit anni Novanta Barbie girl degli Aqua…

 

 

Per quanto fosse difficile rimpiazzare Michèle Mercier, Robert Hossein e gli altri, non si può dire che non ci fosse proprio nessuno adatto a prendere il loro posto. Una Scarlett Johansson o una Charlize Theron o una Melanie Laurent avrebbero potuto essere delle Angeliche molto più convincenti, uno Hugh Jackman o un Gerard Butler o un Viggo Mortensen potevano fare un Joffrey più affascinante (e se proprio lo volevano vecchio, perché non prendere il fascinoso Alan Rickman, che già faceva l’alchimista un po’ in Harry Potter), e per Philippe perché non pensare a un Brad Pitt, o un James Marsters o anche un Alexander Skarsgard.

 

Robert Hossein

Gerard Lanvin

C’è da dire che cento ad uno questo film non uscirà in altri Paesi al di fuori di Francia, Belgio e Repubblica ceca: non ne sentiremo la mancanza, peccato che poteva essere l’occasione per rinverdire un’eroina ma per questo ci sono i film classici, sempre belli e ben fatti, con un ritmo che fa invidia alle storie delle protagoniste moderne.

 

D’altro canto i fan di Berubara sono abituati con il trash, visto il fantastico si fa per dire film dal vivo di Jacques Demy. Spiace che storie così belle non siano di ispirazione per tutti e diano vita a imitiazioni così mal riuscite e squallide, ma sembra che ultimamente in Francia ci sia questa tendenza, a rifare male i classici del passato. E cercare nuove idee? O provare a rifare bene?