RETTE PARALLELE

Capitolo Settimo

 

 

Festeggiamo il Natale ed il mio trentatreesimo compleanno da soli, nella nostra casa. Non ho bisogno di nient’altro.

*

Siamo in piazza ad ascoltare Bernard che parla di libertà, uguaglianza e fraternità ad una folla ogni giorno più numerosa.

Libertà… Uguaglianza… Fraternità…

Come suonano bene queste parole.

Ti stringo la mano. Ma le nostre mani unite devono restare al sicuro, nascoste dai nostri mantelli.

Arrivano dei messi reali; annunciano la prossima riunione degli Stati Generali.

La folla esulta.

Tu mi guardi raggiante, con i tuoi occhi azzurri che spiccano in mezzo alla neve candida. Io ti passo un braccio intorno alle spalle e ti stringo a me.

Questo 1789 si prospetta pieno di incognite, e per la prima volta ho davvero paura, amore mio.

*

Il servizio d’ordine per gli Stati Generali è quanto di più massacrante potessi mai immaginare. Non dormiamo né mangiamo regolarmente da giorni. Ma posso farcela. Debbo farcela. I miei soldati si fidano di me.

*

Che eri pazza l’avevo capito, ma evidentemente non avevo capito quanto.

Ci hai dato l’ordine perentorio di far entrare i rappresentanti del Terzo Stato dalla porta principale, andando contro gli ordini di quel tricheco di Bouillè.

Io ho ubbidito con entusiasmo, come gli altri. Solo André è rimasto perplesso.

Lo so, lo capisco persino io. Ci stiamo avviando verso qualcosa di talmente grande che ancora non ha nemmeno un nome.

*

Hai sfidato Bouillè, hai sfidato il tuo nome, le regole e le tradizioni.

Io ti ammiro, amore, ma così mi fai paura. Quali obiettivi vuoi raggiungere? Quali limiti ti poni?

Un messo reale è giunto tempestivamente nella piazza d’armi in cui Bouillè ci aveva fatto radunare. Sotto la pioggia. Si vedeva che meditava una vendetta esemplare; ti fissava con un odio incomprensibile. È lo stesso odio che susciteremmo se confessassimo il nostro amore; l’intera nobiltà francese ci disprezzerebbe.

Nel silenzio più assoluto, rotto solo dallo scrosciare della pioggia, il messo ha annunciato che “Per espresso volere di Sua Maestà la regina Maria Antonietta non sarà preso nessun provvedimento contro il Generale di Brigata Oscar François de Jarjayes. Si auspica solo in futuro un maggiore rispetto delle regole.”

Bouillè aveva la faccia congestionata dalla collera, mentre ti fissava come se volesse incenerirti.

Tu non mostravi emozioni. Non la consideravi una vera vittoria. Tu vuoi di più, l’ho capito.

Io so solo che non c’è nessuna speranza che nel prossimo futuro tu osservi un maggiore rispetto delle regole.

*

È la notte del 12 luglio.

Ti guardo dormire al mio fianco, nel nostro letto, in casa nostra.

Domani dovremo andare a Parigi a sedare la rivolta armata.

Si sono armati, amore.

Si sono armati, per reclamare i loro diritti.

Li avevano chiesti, ma gli sono stati negati.

E allora si sono armati.

E noi?

Noi i nostri diritti ce li siamo presi, senza chiedere il permesso a nessuno. Perché non ce l’avrebbero concesso, il diritto di amarci. Perché io sono nata nobile.

E allora ci siamo presi questo anno e mezzo d’amore, nascondendoci come se fosse qualcosa di sbagliato. Ma non è sbagliato. E allora armiamoci anche noi, e combattiamo per i nostri diritti.

*

Siete arrivati insieme all’alba, entrando direttamente nelle nostre camerate. Non siete mai stati così espliciti.

Poi, il tuo discorso.

Lo sospettavamo, lo speravamo.

Ma sentirti pronunciare quelle parole ci ha veramente fatto sentire parte della Storia.

Sì, noi combatteremo al tuo fianco, non ai tuoi ordini, e reclameremo ciò che ci spetta e che per troppo tempo ci è stato negato.

Lo capiamo tutti che tu e André combatterete anche per il diritto di mostrarvi alla luce del sole per ciò che siete; due persone che si amano. E allora anche noi combatteremo per voi.

Anche io lo farò.

Perché, qualunque cosa accada, Oscar, ricorda che anche io ti amo.

*

Stiamo cavalcando in direzione di Parigi.

Le notizie sono terribili.

I Royal Allemande sparano sulla folla.

La folla, armata, risponde.

La città è un campo di battaglia, come prometteva da mesi, da anni.

E noi ci stiamo dirigendo verso quella battaglia, che ci aspettava da tutta la vita.

Ogni gesto compiuto da me, da te, da ogni singolo essere umano, ci ha portato qui, oggi, 13 luglio 1789.

Cavalchiamo verso Parigi, senza un vero ordine.

Tu non sei più il comandante, sei Oscar.

Mi affianchi. Mi sorridi. Dio, quanto sei bella.

“André, dopo questa battaglia ci sposiamo.”

E allora andiamo a combattere anche questa battaglia.

Per il futuro della Francia.

Ma soprattutto per il nostro amore; una battaglia che combatto da quando avevo otto anni.

 

 

 

Fine

Moonia (mail to: monia.guredda@gmail.com)