QUANDO MENO TE LO ASPETTI

Parte Prima

 

INTRODUZIONE:
Ho sempre sognato un lieto fine per il mio anime preferito. Ma la vera illuminazione mi è arrivata quest'estate,durante una notte insonne. Così ho creato una Oscar più buona e materna, e un Andrè affettuoso e protettivo, finalmente felici e contenti. Nuovo personaggio e in più una vecchia( e odiata) conoscenza: ecco gli altri personaggi di questa fan fiction che per molto tempo mi ha ossessionato. Spero che vi piaccia e che vi aiuti a immaginare un finale migliore per una storia che ha appassionato me e tutti voi.





I primi raggi del sole illuminavano la campagna. Gli alberi, i fiori, i campi arati... tutto sembrava risvegliarsi e riprendere vita, dopo una notte molto gelida. Nessun rumore accompagnava l'alba, se non un lento camminare di un cavallo, il quale, con aria molto stanca, trasportava un uomo a capo chino. Era un uomo molto bello, alto, biondo, dagli incantevoli occhi azzurri... dimostrava meno di quarant'anni eppure sul volto aveva un'espressione afflitta tipica delle persone che hanno visto e toccato la morte. Era un uomo solo, con tanta voglia di amare e di essere amato.
Si era messo in marcia da molto tempo ormai, ed era stanco e affamato. Una fitta allo stomaco gli offuscò la vista e lui, affranto, si lasciò cadere. Quanto stette lì per terra? Un minuto? Un ora? Un giorno? Fatto sta che si svegliò piuttosto confuso e con un gran mal di testa. "Dove sono? Che ci faccio qui? E... e io, chi sono?" si guardò intorno perplesso e vide un sasso dietro di sé: aveva battuto la testa su di esso. Provò a concentrarsi, a spremere le meningi, per tentare di ricordare qualcosa. Ma ciò che vide fu solo nebbia e una figura dai capelli biondi dall' aspetto familiare. Qualcosa nella sua testa sconnessa gli disse che forse poteva essere collegata al motivo del viaggio che aveva intrapreso.
Si alzò, risoluto. Era intenzionato a trovare quella donna misteriosa che gli avrebbe fatto ricordare. Si guardò intorno: c'era solo una strada di campagna, che probabilmente portava a un paesello lì vicino. Montò sul cavallo, diede uno sguardo alla strada e partì.

"Oggi è domenica. Non si fa mai niente di domenica" pensò sbuffando una ragazza. Aveva vent'anni o giù di lì e guardava annoiata alla finestra, il mento poggiato sul palmo e i neri capelli sciolti sulle spalle. I suoi occhi scuri guardavano la gente passare e le sue orecchie erano tese sperando di sentire qualcuno chiamarla da sopra. "No, hanno appena messo a letto i bambini. Si staranno riposando sul loro divanetto preferito". Nella sua mente si immaginò la scena: i due abbracciati teneramente che si sussurrano cose mielose e che ridono di quella situazione insolita. Lei li ammirava molto, specialmente dopo che loro le avevano raccontato la loro storia. Lei si chiamava Oscar François De Jarjayes ed era una nobile. Lui si chiamava André Grandier ed era stato prima il suo attendente, poi un suo soldato, in quanto Oscar era stata educata come un maschio e aveva ricoperto alte cariche militari. Avevano passato mille avventure insieme e André aveva nutrito silenziosamente amore per lei. Oscar scoprì di ricambiare quel sentimento durante la rivoluzione francese, ma purtroppo la donna scoprì presto di avere la tisi e di dover lasciare la carriera militare per guarire. Così André e Oscar decisero di venire qui ad Arras, lontano dalla rivoluzione, e si sposarono appena la donna guarì dal suo grave male. In seguito André affrontò un intervento che risolse i suoi fastidi alla vista[lo so,sembra inverosimile,ma non lo potevo lasciare cieco!ndr] e così poté trovare lavoro come insegnante nel villaggio. Dopo un anno di matrimonio, nacque un bambino bellissimo, biondo dagli occhi verdi, e lo avevano chiamato Philippe, come il defunto padre di André [il nome non viene mai citato né nel manga né nell'anime, così gli ho dato quello di mio padre]. Dopo qualche anno, quando Oscar aveva ormai trentotto anni, arrivò un'altra bimba davvero inaspettata data l'età della madre. Aveva i capelli corvini e dei brillanti e vivaci occhi azzurri e avevano deciso di chiamarla Diane,come la povera (e defunta) sorella di Alain, il migliore amico di André e Oscar. La sua madrina era una certa Rosalie, una donna che Oscar aveva aiutato quando era giovane. Ella si recava spesso lì, insieme a suo marito Bernard, un uomo molto buono e terribilmente somigliante ad André. Alain non veniva spesso a trovarli, e la ragazza sospettava che forse nutriva anch'esso dei sentimenti per Oscar e che gli facesse male vederla insieme al suo migliore amico. Comunque si dimostrava sempre una brava persona, molto gentile con tutti. Intanto le giornate di André e Oscar passavano tra passeggiate, giochi con i bambini, lavoro, casa. Loro, da bravi rivoluzionari, non avevano servitù e non la volevano. L'avevano accolta nella loro famiglia dopo che l'avevano trovata ad elemosinare davanti a casa loro e da allora lei li aiutava in tutto, diventando quasi una figlia. Oscar e André dicevano sempre: "Christine, tu assomigli molto alla cara Rosalie" ed era vero ,poiché i suoi modi gentili sembravano rievocare quella donna.
Un rumore la distolse un attimo dai suoi pensieri: avevano bussato alla porta. Si alzò di scatto e corse ad aprire.

Nonostante la fame e la stanchezza, aveva percorso diverse miglia, animato dalla voglia di ricordare. Passò tra campi, boschi, piccole proprietà fino ad arrivare ad un paesello. Chiese informazioni ad un panettiere che stava chiudendo il negozio e così scoprì di essere ad Arras. Ringraziò l'uomo e partì al galoppo. Non sapeva dove andava, lasciava che l'istinto lo guidasse. Sentiva che la donna era lì, il suo cuore lo sapeva. Lasciò che la felicità lo colmasse quando vide una villa, ormai fuori paese. Era piccola rispetto a tante altre tenute di campagna, ed era piuttosto rustica. Il cancello che si ergeva davanti a lui era un po' arrugginito, ma il giardino all'interno sembrava tenuto bene. Scese da cavallo, spinse il cancello ed entrò. Mentre camminava notò la biancheria stesa, alcuni giochi per bambini in un angolo e una piccola stalla. Senza accorgersene arrivò davanti ad un grande portone piuttosto semplice. Esitò, chiedendosi cosa gli aspettava. Inspirò, si fece coraggio e bussò.

Quando Christine aprì, vide un uomo alto, possente, biondo con dei bellissimi occhi azzurri. Ella rimase incantata alla vista di quegli occhi provati dal dolore ma allo stesso tempo speranzosi. Si schiarì la voce e chiese: "Desidera?"
Dall'altra parte l'uomo non sapeva che rispondere. Si schiarì anch'egli la voce e disse: "Vorrei essere ricevuto dai padroni della casa".
Christine si sorprese del suo tono formale e capì che non era del paese ma anzi, sembrava un nobile. "Oscar e André non invitano nobili a casa" pensò. Poi ebbe un idea: "Voi accomodatevi qui" indicò un divano "io vado ad avvertire i signori della vostra visita".
Corse fino a sopra, con il cuore che andava a mille. Cosa voleva quell'uomo? Chi era? E perché era lì? Proprio lì? Arrivò velocemente davanti alla loro stanza. Si chiese se era il caso di disturbarli. "Ma certo che lo è" Pensò. Si lisciò l'abito, sospirò un attimo e bussò.

Oscar stava guardando Diane dormire. Era così piccola e dolce che rilassava il suo animo. Intanto non sapeva che André la osservava dalla porta aperta. Egli sapeva che Oscar era una buona madre. Lo vedeva tutti i giorni, come lo vedeva in quel momento. E ogni ora, ogni minuto che passava, sentiva di amarla sempre di più. A volte aveva paura di non essere corrisposto, e che Oscar stesse con lui solo per necessità. Sapeva che era un'idiozia, e che Oscar non avrebbe mai approfittato di lui, ma a volte il pensiero lo torturava. Ma quando Oscar si buttava tra le sue braccia, quando lo baciava, quando lo toccava si accorgeva di essere uno stupido. Oscar intanto si era voltata e lo aveva raggiunto alla porta. Gli diede un bacio.
"Ti amo" sussurrò.
"Ti amo anch'io" rispose.
"Ma io di più"
"E io ancora di più"
"E io tantissimo!"
Risero. Quello era il loro piccolo gioco. Si diressero nel loro piccolo salottino e si sedettero, abbracciati. Oscar sospirò e André le chiese:
"Tutto bene?"
Lei sospirò di nuovo e rispose: "Si".
"Non me la dai a bere. Che c'è?"
Lei si strinse di più a lui. "Niente, pensavo a noi, al nostro passato".
"E' il presente che conta ormai"
"Lo so".
Stettero lì a parlare di sciocchezze e a ridere delle marachelle del loro piccolo Philippe.
"E' agile come Bernard".
"Non a caso è il suo padrino".
"Già..."
E restarono così, in silenzio per un bel po', ognuno immerso nei propri pensieri.
"André, ho una brutta sensazione" disse Oscar all'improvviso.
"Spiegati, Oscar".
"Sento… non lo so… ho la sensazione che presto accadrà qualcosa di… sconvolgente".
"???"
"Lo so, è stupido ma mi sento inquieta" Oscar tremava. André la strinse più forte e sussurrò:
"Dai… cosa vuoi che succeda???"
In quel momento bussarono alla porta.
"Avanti" disse Oscar, tentando di cessare il tremore.
Christine entrò nella sala.
"Ah, sei tu Christine. C'è qualcosa che non va?" Chiese André curioso.
"C'è un uomo alla porta… chiede di essere ricevuto... non sembra del luogo… non mi ha nemmeno detto il suo nome… comunque sembra nobile… ha certi modi formali... dovreste sentirlo! "Vorrei essere ricevuto dai signori" rispose Christine scimmiottando l'uomo-Insolito, no?
Oscar e André si guardarono, improvvisamente all'erta "Com'è quest'uomo?" Chiese Oscar.
Christine rifletté un attimo, poi disse: "E'… alto, biondo, occhi azzurri… vestiti un po' trasandati ma il suo aspetto è abbastanza curato..."
Disse André rivolgendosi ad Oscar: "Ti ricorda qualcuno?"
"Solo uno" disse Oscar "ma è impossibile... lui... lui dovrebbe sapere che siamo morti, come tutti [tranne Nanny, i coniugi De Jarjayes e amici fidati, ndr]... non può essere lui, vero?"
André, per tutta risposta, prese una pistola.
"Christine, fallo salire" disse e, rivolgendosi a Oscar che lo guardava sconcertata: "Non ti preoccupare, amore. Chiunque egli sia, se ha brutte intenzioni difenderò la nostra famiglia"
"Difenderemo" lo corresse Oscar afferrando anche lei una pistola, negli occhi il vecchio piglio di un tempo.
Andrépoi si rivolse di nuovo a Christine: "Christine, sei come una di famiglia per noi. Se ci dovesse succedere qualcosa, occupati dei piccoli".
Lei lo guardò, terrorizzata, poi abbassò il capo e disse: "Lo farò".
Oscar rise "Non ti preoccupare cara, hai davanti una grande esperta di qualunque arma sul mercato. André sempre stato molto melodrammatico!"
La donna sorrise all'uomo e gli prese la mano. Christine li guardò preoccupata [per l'esito di un probabile scontro, non per la loro salute mentale,ndr], sospirò e scese le scale a capo chino.




Fine Parte Prima

Ale Grandier (mail to: ale_grandier@hotmail.it )