NOTE DELL'AUTRICE: Questa fanfiction era stata pubblicata sul sito "La Leggenda di Versailles" della mia cara amica Alex. Purtroppo, per problemi personali, ha deciso di chiudere il sito e mi ha consigliato di pubblicare le mie fanfictions sul mio sito. Vorrei approfittarne di questa sede per ringraziarla di aver pubblicato in passato i miei lavori, nonché di essermi amica.

Un ringraziamento particolare per questa ff va a Monica\Windeyes che mi ha anche consigliato il titolo, e un altro va a Mik che mi ha tenuto su il morale con le chattate. Un grazie di cuore!

PAURE, SPERANZE... IL RITORNO

Parte Terza

“Ciao André. Sei venuto a chiedere notizie di Cagliostro, vero?”
“Si”
“Allora - disse unendo le mani portandosele di fronte al visto - hai visto quei due di prima? Erano venuti a portarmi proprio qualche notizia su di lui”
“Lo immaginavo. Che cosa ti hanno detto?”
“Allora, lui in questo momento è in Normandia, a Cherbourgh. Riceve i clienti direttamente in casa sua. A quanto pare riesce a curare sempre più persone e questo è un bene. Ma cos’hai? Perché questa faccia triste?”
“Vedi Bernard, io ho parlato con Oscar di questa persona e…”
“E…?”
“Non l’ha presa come credevo. Le ho detto che saremmo dovuti andare via, lasciare tutto e lei, beh, lei non mi ha risposto; ha detto solo che doveva pensarci e poi non ne abbiamo più parlato”
“Si, certo capisco. Allora, che cosa hai intenzione di fare?”
“Io… io non lo so. Proverò a parlarle, a convincerla”
“Un’altra cosa: se deciderete di andare via, sempre se Oscar sarà d’accordo, come farete? Sai che a Parigi la gente è ormai allo stremo e cammina armata per le strade. Vi sarà sicuramente impossibile fuggire dalla città”
“Hai ragione - disse André pensieroso”
“Ci penserò io ad organizzare tutto: devi solo dirmi quando”
“Ti ringrazio Bernard”
E i due amici si strinsero la mano in segno di profonda amicizia e riconoscenza l’un l’altro.
André si incamminò verso palazzo Jarjayes.
Il suo pensiero spaziava, andava lontano: cercava di non pensare a COME avrebbe dovuto parlarle, a cosa le avrebbe detto.
La sua ultima reazione era stata chiara e lui aveva da allora evitato di parlarle di quella ‘fuga’ nonostante la vedesse star male.
In un modo o nell’altro però doveva convincerla. Era l’unica via d’uscita da quell’incubo.
Tornò a casa.
Non era stato via molto e nessuno ebbe modo di chiedergli, quindi, dove fosse andato e che cosa avesse fatto durante quell’ora, così si diresse direttamente nella sua stanza per cambiarsi gli abiti. André aveva passato con Oscar tutto il pomeriggio, durante il quale la donna sembrava accorgersi del suo strano atteggiamento: sembrava che ad ogni momento, ad ogni scambio di sguardi, stesse sul punto di dire qualcosa, ma alla fine l’uomo girava lo sguardo e l’interrogava su altre cose.
Oscar, durante quei giorni, aveva riflettuto parecchio sulla faccenda: André aveva ragione, aveva maledettamente ragione.
Malgrado ciò non voleva lasciare tutto così: la donna guerriera, la figlia di Marte non poteva fare dietro front dal campo di battaglia, non voleva fuggire via, nonostante fosse l’ultima speranza.
Ma adesso che André era al suo fianco non voleva morire.
Cosa fare….?
Lo scontro all’ultimo sangue tra gli IO di Oscar era appena iniziato…
Sera.
La cena era stata consumata silenziosamente dai membri della famiglia.
Solo il Generale aveva preso parola parlando dei frequenti scontri che si succedevano a Parigi e Oscar sembrava interessata all’argomento.
Gli aveva chiesto se sapesse dei suoi Soldati della Guardia, se avevano chiesto di lei.
Il padre, guardandola con stupore, le rispose che non sapeva niente in proposito ma aveva chiesto a D’Agout di parlare con loro.
“André, è da molto tempo che non sei più in servizio, vero?”
“Si, signor generale”
“Per evitarti dei problemi ho anche chiesto un permesso speciale per te”
“Vi ringrazio molto.”
Dopo la cena tutti si erano ritirati.
Nanny era ancora nelle cucine, ma fra poco anche lei sarebbe andata a dormire.
Oscar e André salirono le scale e sulla porta della camera di Oscar, lui si voltò verso di lei.
“Buonanotte “ disse l’uomo dandole un bacio sulla fronte
Oscar lo trattenne
“Perché vai via André?” disse lei con aria imbronciata, sembrava una bambina dispiaciuta.
“Ecco… pensavo che tu avresti riposato meglio con più spazio nel letto” disse sorridendo, un poco imbarazzato.
“Ma che cosa dici? Vieni…”
C’era molto caldo nella stanza e André, appena entrato, andò subito ad aprire la finestra del balcone.
Il cielo era meraviglioso quella notte: non c’erano nuvole e le stelle brillavano come tante lucciole. Oscar raggiunse André e gli si appoggiò, abbracciandolo e poggiando la capigliatura dorata sulla schiena dell’uomo.
“Oscar…”
“Uhm…”
“Dobbiamo parlare”
“Di cosa?” lei faceva finta di niente anche se aveva capito tutto
André si volse e la guardò negli occhi.
Il suo viso era profondamente pallido e dei segni violacei le circondavano gli occhi.
Ebbe un moto di tenerezza per quella donna forte, coraggiosa, anche in momenti simili.
L’abbracciò con trasporto.
Lei, un po’ meravigliata, non opponeva resistenza.
“André…”
L’uomo sciolse l’abbraccio
“Oscar… hai pensato a quel che ti ho detto l’altro giorno?”
Oscar abbassò gli occhi.
Rimase così, immobile.
André la prese per le spalle scuotendola da quel momentaneo torpore
“Io ti ho già detto come la penso… Non voglio perderti proprio adesso che ti ho trovato. Se quell’uomo riuscirà a guarirti potrai vivere; capisci Oscar? Vivrai! E, se vorrai e io lo spero con tutto il cuore, io ti starò vicino. Non importa se come compagno o meno… Mi importa solo che tu viva, capisci?”
Dicendo questo lentamente si inginocchiò dinanzi a lei, in segno di supplica.
La donna rimase stupita di fronte al comportamento dell’amico.
Anche lei si inginocchiò e gli prese il volto tra le mani.
“André, ti prego… non fare così… non voglio che tu soffra per causa mia. Va bene, farò come vuoi tu.”
Così dicendo André si alzò e, dopo averla abbracciata con le lacrime agli occhi, la baciò.
Si staccò da lei e dopo qualche esitazione, la prese tra le braccia e la depose tra le coltri.
Oscar era completamente immersa in quei momenti e non voleva assolutamente che lui andasse via. André si stese sopra di lei.
Si guardarono.
Gli occhi della donna, malgrado tutto, erano illuminati da un bagliore sconosciuto, una luce proveniente dall’anima.
André, piano, cominciò a sbottonarle la camicetta.
Non poteva smettere di guardarla in quegli occhi di cielo e di mare.
Anche lei cominciò a spogliarlo e alla fine, liberatisi dei rispettivi abiti , in quel sensuale incrociarsi di mani, Oscar gli carezzò il viso.
“André… ti amo…”
Era poco, era molto poco rispetto a quello che in realtà sentiva dentro di lei.
Amava André e non solo: gli voleva bene, un gran bene.
Quell’uomo le era sempre stato vicino, incurante di se stesso, solo per proteggerla, per starle accanto.
Lei lo amava, si, lo amava da morire tanto da non riuscire neanche a dimostrargli quanto.
Lui prese a baciarla. Sulla bocca, sugli occhi, sul collo.
Oscar era sopraffatta da quelle sensazioni così estranee per lei ma indescrivibili allo stesso modo. Sentire il suo petto così vicino… le sue labbra sul suo corpo.
Gemette di piacere mentre lo stringeva a sé e lui si staccò da lei solo per guardarla negli occhi ancora una volta.
In un istante Oscar lo fece girare.
Adesso era lei che lo sovrastava, che gli carezzava i capelli, che lo baciava con passione, ed era lui che stavolta la stringeva e che ansimava sotto di lei.
Poi di nuovo scivolò su di lei.
Entrambi erano profondamente turbati da tutto quello che accadeva finalmente tra di loro.
Lei sentì che era giunto il momento tanto atteso da entrambi: un poco di timore ma che subito svanì e lasciò il posto ad una bellissima sensazione di piacere e di appagamento.
“Oscar…amore… mio…”
Dopo molto tempo si addormentarono.
Quando André si svegliò si trovò addosso una Oscar abbandonata al sonno con le dita intrecciate nei suoi capelli.
Non sapeva se ridere o se piangere per la gioia che stava provando e che aveva provato prima.
E poi… adesso… lei aveva deciso di curarsi e di partire insieme a lui ed era questo che più lo rendeva felice.
Tutti i tormenti, le ansie e le paure subite in quegli ultimi giorni erano stati completamente cancellati quando lei gli aveva parlato… quando lei era divenuta sua.
Nonostante ci volesse ancora molto tempo prima che il sole facesse capolino, si decise a svegliare la sua amata.
A questo punto dovevano sbrigarsi ad organizzare tutto per la partenza.
“Oscar… Oscar..”
“E’ ancora presto André, dormiamo ancora un po’…
“Dai Oscar… dobbiamo pensare a cose più importanti del dormire”
Svogliatamente lei aprì gli occhi
“Hai ragione ” disse sbuffando un poco e schioccandogli un bacio sulla bocca.
La donna, scostandosi, si sedette fra le gambe di Andrè, che la accolse fra le sue braccia, lasciando che si abbandonasse contro il suo petto…stretti…come le loro mani
“Allora André, che dobbiamo fare”
“Per prima cosa devo avvisare Bernard”
“E perché? Che cosa c’entra Bernardo?”
“Vedi Oscar, avevo parlato con lui perché speravo mi desse qualche notizia su Cagliostro… Così è stato ed inoltre si è offerto di aiutarci per partire.”
“Aiutarci? E perché? Non ci vuole tanto a prendere due cavalli e a partire!”
“Hai sentito cosa ha detto tuo padre, no? I reggimenti stranieri sono ormai entrati nella capitale. Per la povera gente sono solo dei nemici e così tutti si armano: armi da fuoco, picche, pale. Qualunque cosa va bene.”
“Fino a questo siamo arrivati…” disse lei con aria mesta, abbassando lo sguardo”
“Si, purtroppo.”
“Ma questo significa che Bernard… sa che… ehm… insomma… io e te… noi due…”
Oscar disse queste ultime parole con una spontaneità e una tenerezza che fecero sorridere André che, per tutta risposta, cominciò a baciarle il collo…
***
Caro Padre,
spero che capiate il motivo che mi ha spinto ad agire come ho fatto.
Proprio adesso che la vita mi sta sfuggendo tra le mani ho capito che cosa devo fare, qual è il mio posto.
Parto.
Con André.
Vi prego, non cercatemi, non chiedete di me. Forse… ci incontreremo un giorno.
Addio
Oscar


Cherbourgh. 1794


Siamo qui ormai da quasi cinque anni.
Viviamo dignitosamente e questo ci basta.
La nostra è una piccola casa di collina con un piccolo orto ed un giardino di rose.
Grazie a Bernard siamo giunti sani e salvi a Cherbourgh.
Abbiamo riposato per qualche giorno in un piccolo albergo del luogo nascondendo la mia nobile origine per non destare malumore.
Dopo qualche tempo ci siamo recati da Cagliostro.
Una strana persona, ma mi sono subito sentita tranquilla, come se a curarmi fosse il dottor Lassonne e non un medico definito “ciarlatano” per la sua dubbia moralità.
Sono stata male per molto tempo.
Ho fatto una dieta alimentare, sane passeggiate, e tanto, tanto riposo all’aria aperta e genuina di del mare.
Non so se sarei riuscita a privarmi delle mie cavalcate, delle mie rigide abitudini se non ci fosse stato André al mio fianco.
E’ un uomo splendido il mio André.
Ha sopportato i miei lamenti, le mie ansie, per tutto questo tempo, facendole quasi proprie.
Non credo che io sia capace di vivere senza di lui.


Oscar


***


Sono felice, tanto felice.
Oscar finalmente sta bene, e anch’io.
Adoro questo posto: il piccolo orticello, il giardino di rose.
Abbiamo passato giorni veramente tristi.
Quando Oscar ha saputo della morte di Maria Antonietta ha sofferto tantissimo: le voleva bene e anch’io che l’ho conosciuta so bene che non meritava la fine che ha fatto.
Oscar ed io ci siamo sposati dopo la sua guarigione.
Per un po’ abbiamo vissuto in quel piccolo alberghetto che ci aveva accolti durante i primi giorni del nostro arrivo a Cherbourgh, in seguito ho cominciato a costruire questa piccola casa insieme ad altri abitanti del paese.
Qualche mese dopo abbiamo concepito Jules.
Adesso riposa nel suo lettino nella camera accanto alla nostra.
Ogni giorno che passa somiglia sempre di più alla madre.
Non avrei mai pensato di diventare padre un giorno!
Che sensazione stupenda è stata tenerlo tra le braccia per la prima volta: avevo paura che mi si rompesse tra le mani tanto era piccolo.
Insegno scherma ai giovani del paese e mi occupo di cavalli, animali che sono stati sempre la mia passione.
Mia moglie, stranamente, preferisce occuparsi della casa e di nostro figlio
… mi viene da ridere…
continua ad indossare abiti maschili e a fare lunghe cavalcate, come quando eravamo ragazzi: ma a me piace così.
Non la cambierei mai.
E’ la donna che amo e che amerò per tutta la vita.


André




Nota finale dell'autrice
Forse, leggendo il titolo, vi chiederete perché mai ci sia questo "ritorno". Il titolo mi è stato consigliato da Monica perché, probabilmente, credeva che la storia si concludesse con il ritorno a Parigi, o sui campi di battaglia, dei due personaggi. A me il titolo piaceva molto e ho pensato di cambiare un po’ il significato di RITORNO. In questo caso si tratta di un ritorno alla vita, alla gioia e anche alla spensieratezza dei personaggi. Infatti, come avete potuto osservare, la storia sin dall’inizio è molto triste e solo alla fine si apre uno spiraglio di luce e di speranze per il futuro di Oscar e André.
Chiudo questa mia nota con un ringraziamento ad Alex, Mik e Monica che sono state veramente splendide, e ringrazio anche coloro i quali l’hanno letta e apprezzata.



Fine

Cetty (mail to: cetty_chan@virgilio.it )