CONSIDERAZIONI DI UNA VITA

Parte Seconda

 

In quei trentatré anni il confessori spirituale di Mme de Jarjayes si era sentito spesso ripetere dalla sua penitente lo stesso pensiero che le pesava sul cuore come il suo più grande peccato: a volte, quando Oscar veniva aspramente rimproverata dal padre, quando intravedeva gli occhi di Oscar pieni lacrime che a stento tratteneva, quando Oscar tornava a casa stanca, quando apprendeva che Oscar era rimasta ferita più o meno gravemente, allora si chiedeva se tutto ciò non dipendesse solo da quel padre troppo autoritario che aveva sconvolto l'esistenza che quella bambina avrebbe potuto avere e nella mente, senza nemmeno che lo volesse, le si faceva strada un pensiero. Se fosse morto prima, in uno scontro armato contro qualche attentatore... sarebbe morto con onore... combattendo... e non avrebbe deciso della vita di Oscar... Oh, mio Dio. Come posso pensare una cosa del genere? E' mio marito, il padre delle mie figlie!
Non aveva compreso la gravità del suo pensiero finché non era successo veramente che un attentatore, un certo Saint Just, aveva sparato a suo marito rischiando di ucciderlo. Era successo poco tempo prima, il ricordo era ancora così vivido. Lei si trovava a Palazzo Jarjayes - la stessa regina le aveva consigliato di non affaticarsi troppo e le aveva permesso di non frequentare assiduamente la corte, benché, le aveva confessato, da quando Oscar aveva lasciato la Guardia Reale, si sentiva ancora più sola - quando la carrozza del generale Bouillé si era fermata nel cortile. Suo marito non era in casa, non si attendevano visite. Mentre scendeva nell'atrio per accogliere degnamente l'ospite aveva fermato una servetta e le aveva ordinato di preparare qualcosa. Non fece in tempo a lasciar andare la ragazza che vide suo marito sorretto dal generale Bouillé e da un suo lacché, pallido, con una macchia di sangue all'altezza dell'addome che si allargava sempre di più. Fu colta da una grande agitazione e in seguito non seppe spiegare dove trovò la forza di non svenire in quel momento, ma, anzi, li guidò fino al letto del marito e diede ordine ai servitori di chiamare un medico e di raggiungere immediatamente Oscar a Parigi per avvertirla subito.
A proposito di suo marito. Non avrebbe tardato a rientrare, se al suo reggimento non fosse stato assegnato il compito di mantenere l'ordine nella capitale. Aveva saputo che il reggimento che Oscar comandava si trovava già a Parigi.
Mme de Jarjayes immaginava che André simpatizzasse per le idee rivoluzionarie e temeva che Oscar lo seguisse. Già tre settimane prima Oscar era stata accusata di tradimento, non sapeva con precisione cosa avesse fatto, e soltanto la richiesta di Sua Maestà la Regina di non prendere provvedimenti aveva salvato Oscar e la famiglia. Cosa sarebbe successo se Oscar si fosse ribellata nuovamente? E il generale Jarjayes cosa avrebbe ordinato ai suoi uomini se si fosse trovato davanti Oscar e André? Avrebbero dovuto arrestarli e se avessero opposto resistenza avrebbe potuto sparare loro, ma con quale coraggio sarebbe riuscito ad ordinare di aprire il fuoco contro sua figlia e il suo amico?
Amico... André non è solo un amico per te, Oscar, non è vero?
Si era alzata ed era andata alla finestra. Guardava verso Parigi. Alle sue spalle il sole stava tramontando dietro la reggia di Versailles. Sperava di scorgere sulla strada la sagoma del generale Jarjayes, che magari tornava a casa assieme ad Oscar e André...
Il sole scomparve del tutto ad occidente. Si fece buio. Alla reggia alcuni salone erano illuminati. A Palazzo Jarjayes invece tutto taceva, le luci erano spente. Gli occhi di Mme de Jarjayes erano fissi nell'oscurità. Nel silenzio solo l'orologio a pendolo scandiva il tempo.
L'orogologio aveva appena battuto i dieci rintocchi, quando la porta del salone si aprì e la fioca luce di una candela lasciò intravedere il volto preoccupato di una giovane cameriera. Gli occhi di Mme de Jarjayes, ormai abituati al nero di quella notte senza fine, rimasero feriti da quella seppur debole luce.
"Marie, sei tu?"
"Si, Madame. Madame, vi prego, venite a coricarvi. Sarete stanca. Volete che vi prepari una tisana che vi faccia dormire meglio?"
"No, non andrò a dormire. Voglio aspettare notizie di mia figlia. Cosa si dice in cucina, nelle stalle? Cosa sapete voi altri della situazione a Parigi? Ti prego, parla. Le persone a me più care sono là e sono giorni che io vivo nell'incertezza. Mio marito non mi dice niente, per non farmi preoccupare, ma non capisce che così è peggio per me".
Marie rimase colpita dall'agitazione della sua padrona. Di solito era così calma, tranquilla, la figura esile, la voce pacata.
"Io, Madame, non so niente. Alcuni dicono che presto tornerà la calma e avremo una Costituzione. Perdonatemi, Madame, ma io non so nemmeno cos'è la Costituzione. Questa mattina andavo a Parigi per fare delle compere, ma c'erano tanti soldati lungo la strada e mi hanno detto di tornare a casa, perché era pericoloso stare lì. Ho provato a passare da un'altra parte, ma anche là c'erano dei soldati. C'erano soldati dappertutto. C'è forse la guerra, Madame?"
"No, nessuna guerra. Di certo, però, ci saranno stati violenti scontri"
"Non preoccupatevi, Madame. Vedrete che le cose si sistemeranno..."
"Si, va' a dormire adesso"
"E voi, Madame?"
"Resterò ancora qui".

La cameriera uscì e il salotto ripiombò nell'oscurità. Mme de Jarjayes preferì non approfondire la questione. Da una parte sapeva che non sarebbe servito a nulla rimanere alla finestra, ma dall'altra non abbandonava la speranza di veder tornare suo marito, Oscar e André.
Alla fine stanca, spossata da quella veglia, tornò a sedersi sulla poltrona che riuscì a trovare dopo aver avanzato a tentoni nel buio. Finì con l'addormentarsi - un sonno agitato - e in sogno vedeva Oscar piangere disperata e vagare per vicoli bui alla ricerca di qualcosa che non avrebbe più trovato. Si svegliò di soprassalto, turbata da quell'incubo orrendo. Un attimo dopo si accorse di essersi svegliata a causa di alcuni rumori che le erano giunti dalla finestra ancora aperta. Corse alla finestra. Oscar...
Nel cortile alcuni servitori assonnati si erano fatti incontro al padrone per prendergli il cavallo. Mme de Jarjayes riconobbe la sua figura nell'oscurità, vide la sua sagoma stanca scendere pesantemente dalla cavalcatura. Uscì dalla stanza, percorse con passo veloce il corridoio e si ritrovò ai piedi dello scalone proprio nel momento in cui il generale Jarjayes rientrava. Fu con molto stupore che il generale vide sua moglie corrergli incontro e abbracciarlo. Non pensava che fosse ancora sveglia e che lo aspettasse. L'abbracciò a sua volta; sentì tra le braccia il suo esile corpo scosso dai singhiozzi.
"François, ditemi, vi prego. Avete notizie di Oscar, di André?"
"Louise, calmatevi ora." La voce del generale Jarjayes tremava. Sua moglie capiva che la sua fermezza stava vacillando. Gli occhi lucidi, l'abito intriso di polvere da sparo, i polsi della camicia gualciti. Le sembrava di non averlo mai sentito così vicino come quella sera. La stanchezza, la preoccupazione per Oscar facevano di loro due un cuore solo.
"Cos'è successo a Parigi in questa giornata così lunga?" insistette Mme de Jarjayes.
Prima di risponderle, il generale Jarjayes la condusse verso le scale che conducevano al piano superiore e si sedette con lei su un gradino.
"Ci sono stati degli scontri armati. I soldati chiamati dalle Loro Maestà a presiedere le vie della capitale hanno risposto alle provocazioni del popolo in rivolta. Hanno aperto il fuoco, i parigini hanno costruito delle barricate lungo le strade, si sono difesi con armi e strumenti di ogni tipo. Ci sono stati numerosi morti, sia da una parte che dall'altra. Nel tardo pomeriggio è stato stilato un primo elenco dei caduti in questa giornata, ma, state tranquilla, tra quei nomi non compaiono né il nome di Oscar, né il nome di André."
"Sia ringraziato il Cielo. Ho fatto un sogno orribile su nostra figlia, ma se il suo nome non compare in quella lista, allora significa che è ancora viva? E anche André?"
Questa volta il generale Jarjayes non rispose, si limitò ad abbracciare di nuovo la moglie. Mentre le parlava aveva continuato a tenerle la mano. Non voleva deluderla, voleva che continuasse a sperare. Per questo non le disse che gli scontri erano stati cruenti e che erano durati fino al tramonto, che a Parigi c'era la confusione più totale, che alcuni soldati che si erano ribellati con Oscar erano morti sotto innumerevoli scariche di fucili, che quella era solo una lista approssimativa. In fondo, anche lui sperava con tutto il cuore che in quel maledetto elenco non comparissero mai i nomi di Oscar e André...
Dopo un attimo di esitazione le disse:
"Forse sarebbe meglio per voi allontanarvi da Parigi. Potreste ritirarvi ad Arras, almeno finché la tensione non si sia allentata."
"Lasciare Parigi? Perché?"
"La situazione è critica. Alcuni nobili stanno già pensando di lasciare la città, stanno raccogliendo i bagagli per trasferirsi in zone più tranquille. Sono tornato, questa sera, per dirvi questo e per accompagnarvi immediatamente là"
"Devo partire subito?"
"Si, Louise, in modo tale di giungere ad Arras il più presto possibile. Vi scorterò per un pezzo di strada. E' pericoloso affrontare questo viaggio di notte, da sola."
"Ma Oscar..."
"Anche se sarete lontana, vi farò avere sue notizie non appena ne avrò. Preparate le vostre cose, io darò ordine di attaccare i cavalli alla carrozza."
"François, siete stanco. Riposatevi un poco."
"Non c'è tempo da perdere. La strada è lunga e io domani mattina dovrò essere di nuovo a Parigi. Non preoccupatevi per me, pensate a voi adesso."
"Va bene. Tanto, ormai, per me non cambia essere in un posto anziché in un altro."
Chiamò Marie, la cameriera, e le disse di prepararsi a partire. La ragazza le rivolse uno sguardo assonnato, ma la padrona la esortò a sbrigarsi. Si fece aiutare a sistemare in un baule da viaggio alcuni abiti, lo scrigno di legno con pettini e spazzole d'avorio, alcuni capi di biancheria, una borsa con dei soldi. Poi le disse di raccogliere anche lei le sue cose e di prepararsi a partire. La giovane Marie fece come le aveva ordinato la padrona, chiedendosi per dove sarebbero partite. Capiva che la sua mente era ancora lontana, come quando l'aveva vista alcune ore prima nel salotto, così non osò distoglierla dai suoi pensieri.



Fine Parte Seconda

Silvia (mail to: marinto1755@yahoo.it )