IL PICCOLO APPARTAMENTO DEL RE

Il piccolo appartamento del Re e i gabinetti contingui prendono la luce da destra, dal cortile di Marmo e dal cortile Reale. L'appartamento, creato da Luigi XV, inizia con una piccola sala delle guardie al pianterreno, che protegge l'accesso alla scala del re. Questa porta al primo piano, dove si trovano due anticamere (anticamera dei Cani e sala da pranzo dei Ritorni di caccia), una camera e un grande gabinetto che precede un insieme di stanze destinate ad un uso ben preciso. Anteriormente, sotto Luigi XIV, le collezioni reali erano presentate in queste stanze: gabinetto dei quadri, gabinetto dei libri, gabinetto delle conchiglie e piccola galleria decorata da Mignard, rivale di Le Brun, in cui si trovava la celebre Gioconda di Leonardo da Vinci.


Armand-Vincent de Montpetit, Ritratto di Luigi XV (particolare), marzo 1774. Olio su tela.



LA CAMERA DI LUIGI XV


Poco lontano dalla grande camera di Luigi XIV, maestosa ma scomoda, Luigi XV fece sistemare nel 1738 una nuova camera più piccola ed esposta a sud, quindi più facile da scaldare. Lo scultore Jacques Verbeckt ne eseguì i rivestimenti in legno e pareti e, in particolare, le grandi palme ed armi reali che ornano la separazione con l'alcova. Le uniche modifiche ordinate da Luigi XVI furono la creazione di una preziosa stanza destinata al guardaroba, a cui si accede da una porticina situata sulla sinistra, nonché un nuovo arredamento, fra cui il lampasso broccato d'oro che riproduce il tendaggio dell'alcova del 1789
.






IL GABINETTO DEL PENDOLO


Luigi XV si interessava molto alle scienze e in particolare all'astronomia. Sul pavimento di questo gabinetto si vede il meridiano di Parigi, materializzato da un'asticella in rame. Il nome di questo gabinetto deriva dallo straordinario pendolo, presentato all'accademia delle Scienze e poi al re a Choisy, prima di essere sistemato qui nel 1754
. Oltre all'ora, l'orologio indica il giorno della settimana, il mese, l'anno e il quarto di luna; nel globo di cristanno si possono vedere i pianeti che girano intorno al sole. L'orologio a pendolo ideato da Passemant, ingegnere del re, eseguito dall'orologiaio Dauthiau con cassa in bronzo di Caffiéri, è un monumento artistico e scientifico. Il globo di cristanno che lo sovrasta contiene il sole e i suoi pianeti che si muovono seguendo il sistema di Copernico. Serviva a fissare per la prima volta un'ora ufficiale in tutto il reame.




IL GABINETTO INTERNO DEL RE


Questo «gabinetto d'angolo», come veniva comunemente chiamato, ha una doppia esposizione, sul cortile di Marmo e sul cortile Reale. Luigi XV vi si fermava volentieri ed è dal balcone di questo gabinetto che assistette, con le lacrime agli occhi, alla partenza del corteo funembre di Mme de Pompadour, una sera dell'inverno 1764. La decorazione, benché rimaneggiata più volte durante il suo regno, è una delle più belle di Jaque Verbeckt, che scolpì i pannelli nel 1753. Questa stanza ha mantenuto il mobilio originale, e in particolare il secrétaire a cilindro ordinato ad Œben nel 1760 e terminato da Riesener nove anni dopo. È il primo mobile di questo tipo che rispondeva al desiderio del re di lasciare le carte sulla scrivania, al riparo dagli sguardi. Oltre all'estrema bellezza dei suoi riquadri intarsiati e dei bronzi, possiede un meccanismo che è una meraviglia: con un quarto di giro di chiave è possibile bloccare o sbloccare sia la ribalta del cilindro che i cassetti.





LA SALA DEI BAGNI



Questi bagni del re sono una delle ultime opere ordinate da Luigi XV. Lo stile dei pannelli di legno, che riproduce delle stampe sul tema dell'acqua all'interno dei medaglioni bordati di giunchi e narcisi, con effetti di oro opaco, oro brunito (brillante) ed oro verde, evoca la comparsa di un nuovo gusto. Non è Verbeckt ma il suo rivale Antoine Rousseau, aiutato dai figli, che li ha scolpiti nel 1771. La vasca da bagno è stata soppressa quando Luigi XVI vi ha sistemato la «stanza della cassetta», in cui teneva aggiornati i registri dei suoi conti privati.





LA BIBLIOTECA DI LUIGI XVI



Questa biblioteca, progettata dall'architetto Gabriel poco prima della morte di Luigi XV è stata una delle stanze preferite di Luigi XVI, in cui si dedicava alla sua passione per le scienze e, in particolare, alla geografia. Vi si trova il mappamondo sorretto da Atlante, sul quale il re seguiva il percorso delle grandi espolaazioni marittime, in particolare quella di La Pérouse, che aveva ispirato e sostenuto, nonché il grande tavolo di Riesener, il cui piano orizzontale è ricavato da un solo pezzo di mogano di 2,10 metri di diametro. Il tavolo è montato su blinde, in quanto Luigi XVI aveva bisogno di una superficie perfettamente piatta per effettuare le correzione delle carte geografiche.



LA SALA DA PRANZO DELLE PORCELLANE



Questa sala da pranzo, creata per Luigi XV nel 1769 per le sue cene al ritorno dalla caccia, è stata utilizzata soprattutto da Luigi XVI e da Maria Antonietta. Per vent'anni, una quarantina di persone si sedevano intorno al tavolo allungabile per questi pasti detti «di società», un nuovo tipo di pasti a metà strada tra i grand couvert ufficiali e i pasti privati. Se il numero degli invitati superava il numero dei posti a sedere, gli uomini si servivano al buffet, disposto sl tavolo da biliardo della stanza contigua. Questa sala da pranzo viene anche chiamata salone delle Porcellane in quanto ogni anno, a Natale, Luigi XVI vi faceva esporre le ultime produzioni manifatturiere di Sèvres.



IL SALONE DEI GIOCHI DI LUIGI XVI


In origine vi era il gabinetto delle Curiosità di Luigi XIV, una stanza straordinaria di cui non rimane traccia. Dopo alcuni stadi intermedi, questa stanza si presenta attualmente come all'epoca di Luigi XVI, quando serviva da salone dei giochi. Dopo il pasto, gli invitati vi si recavano per il caffé. Luigi XVI si sedeva ad un tavolo di trictrac, mentre uno dei fratelli giocava a biliardo nella stanza contigua, l'altro al whist. Il mobilio, venduto al momento della Rivoluzione, è stato in parte riacquistato: le quattro angoliere ordinate a Reisener nel 1744 e le sedie eseguite da Boulard nel 1785. I muri hanno ritrovato le opere scelte da Luigi XVI: delle tempere che commemorano le vittorie militari conseguite dal nonno Luigi XV, dipinte da Van Blarenberghe.