I GRANDI APPARTAMENTI: LA GALLERIA DEGLI SPECCHI E I SUOI SALONI 





Dopo la vittoria sulla coalizione di tre potenze - Germania, Spagna e Olanda - rappresentata nel Salone della Guaerra, la galleria esalta, su 73 metri di lunghezza, il successo politico, economico ed artistico della Francia. Successo politico: le ventisette composizioni della volta dipinta da Le Brun illustrano la gloriosa storia di Luigi XIV nei primi diciotto anni del suo governo personale, dal 1661 alla pace di Nimega. Le vittorie militari e diplomatiche, nonché le riforme destinate alla riorganizzazione del regno, vi sono trattate sotto forma di allegorie all'antica. Prosperità economica: per dimensioni e quantità, i 357 specchi che ornano le diciassette arcate di fronte alle finestre mostrano che la manifattura francese di specchi è capace di rapire a Venezia il monopolio degli specchi, considerati all'epoca oggetti di gran lusso. Successo artistico: i pilastri di marco di Rance sono ornati da capitelli in bronzo dorato detti di "ordine francese"; questo nuovo modello creato da Le Brun su richiesta di Colbert presenta degli emblemi nazionali: un fiore di giglio sovrastato dal sole reale tra due galli francesi.











IL SALONE DELLA GUERRA
Trofei militari che ornano il salone della Guerra


Mansart inizia a costruire il salone della Guerra nel 1678. La decorazione, terminata da Le Brun nel 1686, esalta le vittorie militari della guerra di Olanda (1672-1678) che si concludono con la pace di Nimega. Le pareti sono rivestite di pannelli di marmo ornati con sei trofei e con armi di bronzo dorato. La parete contigua al salone di Apollo è occupata da un bassorilievo ovale in stucco che rappresenta Luigi XIV a cavallo che calpesta i nemici. Questo capolavoro di Coysevox è sovrastato da due Fame dorate ed è sostenuto da due prigionieri incatenati. Sotto, sul bassorilievo che nasconde l'apertura di un falso camino, Clio scrive la storia del Re per i posteri. Il soffitto, dipinto da Le Brun, rappresenta al centro La Francia in armi seduta su una nuvola, circondata da Vittorie. Un ritratto di Luigi XIV orna il suo scudo. Sugli intradossi sono raffigurate le sue tre nemiche vinte: la Germania in ginocchio, con un'aquila; la Spagna minacciosa, con un leone ruggente, e l'Olanda rovesciata su un leone. Il quarto intradosso rappresenta Bellona, la dea della guerra infuriata, tra la Ribellione e la Discordia.












LA GALLERIA DEGLI SPECCHI



La Grande Galleria, come veniva chiamata nel XVII secolo, era soprattutto un luogo di passaggio quotidiano, in attesa d'incontri, frequentata dai cortigiani e dal pubblico di visitatori. Accolse delle cerimonie solo in circostanze eccezionali, quando i sovrani vollero conferire maggiore splendore ai ricevimenti diplomatici o agli svaghi (balli o giochi) offerti in occasione di nozze principesche. Per i ricevimenti diplomatici, il trono veniva sistemato su un palco all'estremità della galleria, sul lato del salone della Pace, la cui arcata era chiusa. La messinscena del potere raggiunse raramente un tale grado di ostentazione, come quando il doge di Genova nel 1685 e gli ambasciatori del Siam (1686), della Persia (1715), dell'Impero Ottomano (1742) dovettero attraversare tutta la galleria sotto gli occhi della Corte aammassata sui gradini disposti sui due lati. Vi furono anche le nozze del duca di Borgogna, nipote di Luigi XIV, nel 1697, del figlio di Luigi XV nel 1745 con l'Infante di Spagna e poi nel 1747 con Maria Giuseppina di Sassonia, ed infine il ballo in maschera per le nozze di Maria Antonietta e del Delfino, futuro Luigi XVI, nel maggio del 1770. Fu qui che inoltre fu firmato, il 28 giugno 1919, il trattato di Versailles che poneva fine alla Prima Guerra Mondiale. Da allora, i presidenti della Repubblica Francdse continuano ad accogliervi gli ospiti ufficiali della Francia.





IL SALONE DELLA PACE

Il salone della Pace ha la stessa decorazione del salone della Guerra, disposto simmetricamente: pannelli in marmo e trofei di armi in bronzo dorato e cesellato. Tuttavia Le Brun ha ornato la cupola e gli intradossi con scene che rappresentano i benefici della pace accordata dalla Francia all'Europa. A partire dalla fine del regno di Luigi XIV, questo salone fu separato dalla galleria da una parete mobile e considerato una parte del Grande Appartamento della Regina, di cui costituì da allora l'ultima stanza. Fu in questo salone che, sotto il regno di Luigi XV, Maria Leszczinska organizzò ogni domenica dei concerti di musica sacra o profana che svolsero un ruolo importante nella vita musicale di Versailles. Durante il regno successivo, Maria Antonietta lo utilizzò per i giochi. Il soffitto, ad operta di Le Brun, mostra La Francia vittoriosa che offre un ramo d'ulivo alle Potenze che si erano coalizzate contro di lei. Negli intradossi sono rappresentate La Spagna, cristiana in pace, La Germania e l'Olanda. Sopra il camino, il grande quadro ovale dipinto da François Lemoine nel 1729 raffigura Luigi XV che offre la pace all'Europa. I "fuochi" in bronzo dorato che rappresentano dei leoni, eseguiti su disegno di Boizot, furono sistemati qui da Maria Antonietta.