FRANÇOISE-ATHÉNAIS DE MORTEMART-ROCHECOUART, MARCHESA DE MONTESPAN

 

La Montespan fu sicuramente una di quelle persone che definiremo " cattive ". La sua storia, come spesso accade a tali individui, è emozionante.
Françoise, figlia di un dongiovanni impenitente e di una bigotta - strano accostamento operato dalla società del Seicento - nacque nel 1641; fu battezzata nella chiesa di Saint-Maixente con tale nome "contadino" perché i suoi genitori, non avendo idee precise su come chiamare la figlia, si fecero aiutare da una donna del popolo che per caso era presente alla cerimonia. Questo nome "plebeo" sarà più tardi sostituito da quello di Athénais (assai più nobile e altisonante, adatto alla sua personalità).
François-Athénais de Mortemart cresce nel Poitou. Riceve una buona educazione nel convento di Sainte-Marie-à-Saintes ma è una pessima allieva, analfabeta sino all'adolescenza, che farà sempre terribili errori d'ortografia, come testimoniano le sue lettere.
Nel 1660, a diciannove anni, arriva a Parigi e viene scelta come "figlia d'onore" della giovane regina spagnola. In quel periodo Françoise ama il marchese Louis de Noir Moutiers con cui è quasi fidanzata. Assapora il primo fulgore sociale quqnaod appare ai balletti di Isaac Benserade.
Il 28 gennaio 1663, a ventun anni, François sposa Louis de Pardaillan de Gondrin, marchese di Montespan, un giovane gentiluomo guascone minore di lei di un anno; intanto diventa stabilmente dama di palazzo di Maria Teresa. Il loro non era stato un matrimonio d'amore. Lui era un uomo pericoloso e violento e, quando seppe della relazione tra la moglie e il re, la picchiò duramente.


Françoise-Athénais de Montespan era una ragazza brillante e molto divertente. Nel 1666 aveva 25 anni e sbalordiva tutti per la freschezza dei capelli biondi, per la luce degli occhi azzurrissimi e per la splendida figura.
Il re si era perdutamente invaghito di Françoise, ma la La Vallière era ancora la favorita ufficiale e per liberarsi da lei, la Montespan andò da una spaventosa strega, Catherine Montvoisin detta "La Voisin", e ricorse a sortilegi di maghe e fattucchiere, ai figli d'amore, agli afrodisiaci e alle diavolerie. Celebrò anche qualche messa nera per procacciarsi l'aiuto del demonio, anche con sacrifici umani (esattamente di bambini, anche neonati).
Dopo il "Caso dei Veleni", il re, sconcertato dal suo comportamento, si limitò ad esiliarla nelle sue terre perché non ebbe il coraggio di riservarle il trattamento utilizzato con gli eretici: il rogo.
 

Tratto da "Il Re Sole" di Guido Gerosa.